Bianca Gallizia, ballerina, coreografa.

Nasce a Milano nel 1902, diplomata alla scuola di ballo del Teatro alla Scala, debutta a Napoli nel 1923 come protagonista della Fata delle bambole di Biancifiori, conquistando il pubblico partenopeo con le sue 37 repliche e contendendo lo scettro della danza, nel nostro teatro, con l’altra diva della danza Ettorina Mazzuchelli La sua carriera, svolta tra le due guerre fu eccezionale, facendola assurgere a “regina della danza italiana”, grazie anche alla sua interpretazioni di oltre 80 titoli del repertorio classico e moderno del balletto italiano. Stella del Teatro alla Scala di Milano, coreografa di balletti importanti come La giara di Casella e il Carillon magico di Pick Mangiagalli, ebbe l’incarico nel 1944 da parte del sovrintendete Pasquale Di Costanzo, di far rinascere il corpo di ballo del Teatro di San Carlo di Napoli e nel 1950 diventò la direttrice della rinata scuola di ballo del teatro partenopeo,  dopo 100 anni di chiusura, carica che terrà fino al 1974. Grazie al sodalizio con Di Costanzo, furono invitate a Napoli tutte le grandi compagnie straniere di balletto, che dal 1950 al 1960 calcarono il palcoscenico del San Carlo: Roland Petite, Grand Ballet du Marquis de Cuevas, American Ballet Theater, Opera di Parigi.Nei due maggiori teatri italiani, Scala e San Carlo, non fece mai mancare la sua presenza in qualità di ballerina, insegnante, coreografa, collaborando con oltre 70 coreografie in opere liriche come La gioconda, Aida, Carmen. Si spegne a Roma il 30 luglio 2000.  A lei, l’esperto di danza Mario Pasi, nel 1987, in collaborazione con la moglie Eugenia, le hanno dedicato un libro edito da Ricordi: “Bianca Gallizia, una stella della danza”.

Da “Bianca Gallizia, una stella della danza” di Mario Pasi: Alla scuola di balla alla Scala 1911.


........... La classe era formata da dodici bambine. L'aula rettangolare, con le sbarre ai lati e uno specchio al centro. I finestroni davano sul cortile di via Filodrammatici. Non era un luogo molto allegro, ma a Bianca sembrava il paradiso. Il violinista della Scala, familiarmente chiamato Sciur Alfuns, di certo un professionista stimato, era paziente e umano. Doveva ripetere all'infinito i pezzi scelti per la la scuola (Clementi, Czerny, Mozart, Rossini, Strauss, Chopin, Berlioz, Boccherini). ........ La giornata cominciava presto......Il portiere, un uomo grande e grosso dall'aria burbera, il sciur Pisun, dice: "Cosa vieni a fare cosi' presto? Non sai che non puoi entrare prima dell'orario?" ..... Bianca, facendo finta di niente, appena capitava l'occasione si infilava velocemente su per la scala (il Pisun forse chiudeva un occhio) e volava nei camerini. La sua ambizione era di essere la prima a mettersi in tenuta da ballo, per andare in sala a ripassare gli esercizi del giorno precedente.
Il motto era "disciplina e silenzio". Al vertice dell'Accademia stava naturalmente il duca Uberto Visconti di Modrone, il gestore, oggi diremmo "sovrintendente", della Scala. Il maestro, le insegnanti, l'ispettrice, i due violinisti e un inserviente componevano lo staff. C'era anche, annesso all'Accademia, un corso di francese. ....... Così si viveva nell'anno 1911, nel piu' famoso teatro del mondo.

Presenze al Teatro di San Carlo come solista:

1923, 13 gennaio: Bayer, La fata delle bambole, coreografia E. Biancifiori, direttore R. Caravaglios

1926, 27 gennaio: Delibes, Coppelia, cor.  G.B.Carbone, dir. M. De Benedetti

1927, 8 gennaio: Dall’Argine, Brahma, cor. G. B. Carbone, dir. T. De Andelis

1927, 26 febbraio. Ciaikovskij, Il lago dei cigni, cot. J.Sedowa, dir. R. Arduini

1937, 19 gennaio: Roussel, Aeneas, cor. A.M.Millos, dir. F. Capuana

1937,  25 marzo: Sonzogno, Leggenda scandinava, cor. A. M. Millos, dir. A. Sabino

1938, 3 febbraio: Lualdi, Lumawig e la saetta, cor. I.Leonidova, dir. A. Sabino

1939, 19 marzo: Ravel, Bolero, cor. V. Petri, dir. A. Sabino/F.Patané

1940, 9 marzo: Sonzogno, L’amore delle tre melarance, cor. V. Petri, dir. A. Sabino

1942, 17 gennaio: Porrino, Altair, cor. R. Piovella Ansaldo, dir. A. Questa

1947, 14 gennaio: Gargiulo, Fantasia romantica, cor. B. Gallizia, dir. U. Rapalo

 

 


Pubblicità per il Campari:

"Dopo la danza con un Cordial Campari... si... danza ancora"

Dipinto "Alla Sacerdotessa di Tersicore Bianca Gallizia il prof. Bisognani Filippo offre", con targa e dedica a Pasquale Di Costanzo.
Tratto da Pasquale Di Costanzo una vita per il San Carlo di Bruno Cagnoli

Incontro tra due grandi Bianca Gallizia ed il soprano Renata Tebaldi

Teatro di San carlo 4 novembre 1987

(archivio Giuseppe Caruso)

Intervista a Bianca Gallizia.
Spezzone tratto da le Teche Rai del 1961
Nel filmato si vede il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo durante le prove con la maestra Milli Clerici ed interviste a giovani ballerine

caruso1873@libero.it